20 luglio 2012

SCUOLA CALCIO INTER


Egregi Signori,

siamo lieti di comunicarvi che è stato confermato il proseguimento del rapporto di collaborazione tra INTER e la vostra società, nell'ambito delle affiliazioni Scuole Calcio Inter.



Vi chiediamo cortesemente di trasmettere, appena vi sarà possibile, la scheda dati che trovate in allegato in modo da permetterci di aggiornare le anagrafiche e compilare correttamente il contratto di affiliazione che vi sarà consegnato in occasione della presentazione del programma per la stagione 2012/13.

La scheda potrà essere inviata al numero di fax o via mail al seguente indirizzo maria.dimartino@inter.it .



A disposizione per eventuali chiarimenti.



Buone ferie, a presto.

Rachele Stucchi

19 luglio 2012

Per non dimenticare

“È bello morire per ciò in cui si crede: chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola” (Paolo Borsellino, 19 gennaio 1940 – 19 luglio 1992





“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. Una richiesta perentoria perché non si dimentichi, perché non cali mai l’attenzione sulla criminalità organizzata, sia essa Cosa Nostra, ‘ndrangheta o camorra. Una richiesta che arriva dal passato, dal giudice antimafia Paolo Borsellino, ucciso da un’autobomba il 19 luglio di venti anni fa in via D’Amelio, a Palermo, a soli due mesi dalla strage di Capaci. Insieme a lui persero la vita gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
La lotta contro la mafia di Paolo Borsellino comincia nel 1975, quando, 35enne, entra nell'ufficio istruzione affari penali a Palermo sotto la guida paterna di Rocco Chinnici. Nel febbraio 1980 i primi successi su Cosa Nostra. Borsellino fa arrestare sei mafiosi tra cui Giulio e Andrea Di Carlo, legati al boss Leoluca Bagarella. Il 4 maggio l’assassinio del carabiniere Emanuele Basile, collaboratore di Borsellino. A seguito di questo episodio viene assegnata la scorta al giudice.
Nel 1983 nasce il pool antimafia nel quale entra anche Borsellino. Insieme a lui, sotto la guida di Chinnici, i magistrati Giovanni Falcone, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta, Giovanni Barrile e i funzionari della Polizia di Stato Antonino Cassarà e Beppe Montana.
Non solo aule giudiziarie. Borsellino è convinto che il nemico, la mafia, vada conosciuto per essere affrontato. Per questo promuove e partecipa a conferenze, dibattiti nelle scuole, parla ai giovani nelle feste di piazza, con l’obiettivo di spiegare e combattere la cultura mafiosa.
Il 29 luglio 1983 l’uccisione di Chinnici per mano della mafia; pochi giorni dopo a sostituirlo arriva Antonino Caponnetto. Nel 1984 viene arrestato l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, mentre Tommaso Buscetta, catturato a San Paolo del Brasile ed estradato in Italia, comincia a parlare, rivelando in modo dettagliato l’organizzazione interna della mafia.
Nel 1985 Falcone e Borsellino vengono fatti trasferire nella foresteria del carcere dell'Asinara, nella quale cominciano a scrivere l'istruttoria per il cosiddetto maxiprocesso, che avrebbe portato alla sbarra 475 imputati.
Borsellino è pericoloso. Già nel settembre 1991 la mafia medita di ucciderlo. Come si è scoperto nel 2012, il giudice sa già di essere nel mirino della mafia però preferisce non chiedere una maggiore protezione nel timore che Cosa Nostra scelga come bersaglio qualcuno della sua famiglia.
La sua figura, come quella di Falcone, è considerata simbolo di onestà e moralità. Il 19 maggio 1992, il segretario del Msi Gianfranco Fini dà indicazione ai suoi parlamentari di votare per Borsellino come Presidente della Repubblica, che ottiene in quello scrutinio 47 preferenze.
Pochi giorni, il 23 maggio 1992, una delle notizie più dure della vita di Borsellino. Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta (Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo) sono stati uccisi a Palermo nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine. Scompare un collega, un amico, un compagno di lotta.
A Borsellino si propone di prendere il posto di Falcone nella candidatura alla Direzione nazionale antimafia, ma lui rifiuta. E' il 19 luglio 1992. Quello stesso giorno Borsellino va in barca con un amico. Dopo pranzo torna a Palermo per accompagnare la madre dal medico. Alle 16.58 l’esplosione dell’autobomba in via D’Amelio. 100 chilogrammi di tritolo che hanno tolto la vita a sei persone ma non ne hanno cancellato né il ricordo né la portata delle azioni.
Dopo l'attentato, l'agenda rossa di Borsellino, quella che portava sempre con sé e nella quale annotava i dati delle indagini, sparisce. Un’agenda che oggi è simbolo di verità nascoste.
19 luglio 2012
Pier Luigi Cara


17 luglio 2012

Mercato col botto

Dopo il si di Lorenzo Cassano ex Pozzo arriva anche quello  Alessandro Ventrone ex Juventus,i due ragazzi  vanno a formare una delle coppie d'attacco più forti della categoria.
Benvenuti

16 luglio 2012

Casa Valentino

Continua la fiesta in casa Accademia,in attesa di ricominciar la stagione si festeggia e pasteggia a colpi di Muller Thurgau,i risultati sono sotto gli occhi di tutti.Alla prossima



















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